Sulla Gazzetta Ufficiale sono state pubblicate alcuni giorni fa le tabelle dell’equo compenso stabilite con il decreto da Dario Franceschini, ministro del MiBACT. Esse si applicano per la tutela dei diritti d’autore sui dispositivi contenenti una memoria di massa. Perciò troviamo hard disk, smartphone, tablet, televisori ed altri dispositivi elettronici che hanno capacità di memorizzazione.
L’equo compenso è obbligatorio per legge dal 2003, con la nuova tassazione che prevede il raddoppio delle tariffe rispetto all’ultimo aggiornamento avvenuto nel 2009. In primo piano troviamo smartphone e tablet. Nel primo caso, fino a prima bisognava pagare una tassa di 90 centesimi, mentre nel secondo caso non vi era da pagare alcuna imposta; da oggi in poi, invece, si arriva fino a 5,20 euro, ma la tassa varia a seconda della memoria di massa. Fino a 8 GB si pagano 3 euro, mentre da 8 a 16 GB si pagano 4 euro, che diventano 4,90 euro se la memoria è da 16 a 32 GB; infine, per capacità di memoria superiore si vanno a sborsare 5,20 euro.
Riguardo ai televisori con registratore integrato la tassa è di 4 euro, mentre sui computer si prevede un’imposta di 5,20 euro; per le schede di memoria è previsto un costo fino a 5 euro, mentre per gli hard disk si paga 1 centesimo per ciascun GB e per le chiavette USB fino a 9 euro. Calano invece le tariffe per i DVD vergini, che da 41 centesimi passano a 20 centesimi.
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