Il fronte pensioni è particolarmente caldo in questo periodo. Il Governo sta lavorando per trovare una soluzione a diverse categorie di lavoratori, che andrebbero a modificare l’attuale riforma della pensione. Nell’ultima discussione in CdM si è parlato di alcune misure che potrebbero essere inserite nel decreto di legge. Si tratta di prepensionamento, opzione donna e prestazione part-time.
Partiamo proprio da quest’ultimo aspetto, che interesserà particolarmente i dipendenti della Pubblica Amministrazione. Nel disegno di legge messo a punto ci sarebbe la possibilità di modificare il rapporto di lavoro da full-time a part-time nei 5 anni precedenti alla data in cui si andrà in pensione. In questo modo si favorirà il ricambio generazionale, con la prestazione di lavoro che verrebbe dimezzata, ma al momento di andare in pensione si avrà lo stesso trattamento che sarebbe spettato restando a tempo pieno sul posto di lavoro.
Per quanto riguarda la pensione anticipata, nella bozza del DdL modificata alcuni giorni fa è prevista l’estensione anche al personale del pubblico impiego la possibilità di andare in pensione in anticipo dopo aver compiuto 64 anni di età, purché entro il 31 dicembre 2014 si era in possesso di alcuni requisiti (60 anni di età e 36 anni di contributi o 61 anni di età e 35 anni di contributi). Per le donne 60 anni di età e 20 anni di contributi.
Il nuovo testo prevede anche una novità sull’opzione donna, che potrebbe essere estesa anche agli uomini, con proroga estesa fino al 2018. In questo modo si andrà in pensione anticipata con 35 anni di contributi e 57 anni di età per i lavoratori dipendenti e 58 anni per i lavoratori autonomi. In questo caso, però, l’assegno pensionistico sarebbe di importo ridotto a quanto previsto, dato che verrà calcolato con il metodo contributivo.
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