I problemi nelle carceri italiane non accennano a sparire. Il sovraffollamento carcerario sta rientrando gradualmente, anche se non siamo ancora nella normalità, ma negli ultimi giorni è cresciuto l’allarme dovuto alle infezioni dietro le sbarre. In cella è emergenza sanitaria stando ai dati pubblicati dalla Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria.
Secondo le stime, ben un detenuto su tre recluso nelle carceri del nostro Paese è affetto da epatite C, mentre oltre la metà dei detenuti è venuta a contatto con il virus delle epatite B, nonostante i portatori attivi di malattia siano poco più del 5%. Alti anche i numeri di affetti da tubercolosi, che risultano essere circa 20 volte superiori alla popolazione generale; tra i detenuti stranieri, addirittura, la metà e più risultano positivi a questa malattia. Se da un lato sembra in diminuzione il numero dei suicidi, dall’altra parte cresce il tasso di mortalità dovuto a queste malattie in cella. Molto diffuso anche il virus HIV, specie per quanto riguarda i tossicodipendenti, ma anche malattie trasmesse sessualmente come sifilide sono maggiori rispetto alla popolazione generale. Dunque, è vero e proprio allarme sanitario nelle carceri, con il Governo che è chiamato a trovare una soluzione che permetta di evitare che queste cifre crescano ancora.
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