In principio la parola si fece carne, questo il titolo del padiglione con il quale la Santa Sede è presente alla Biennale Arte di Venezia. La presenza del Vaticano all’evento non è una novità assoluta, ma resta una notizia di notevole interesse.
Ad inaugurare il padiglione è stato il Cardinale Gianfranco Ravasi, del Pontificio consiglio della cultura, che ha esordito con un inaspettato “toda”, un saluto in ebraico, rivolto in primis ai curatori della mostra Monika Bravo, Elpida Hadszi-Vasileva e Mario Macilau.
La discussione s’è poi rapidamente spostata sull’importanza di “lavorare per combinare arte e fede”. Ravasi si è detto, in questo senso, molto colpito da quanto si sta facendo a Venezia, ideale cassa di risonanza per approfondire e divulgare questi messaggi.
Da sempre, d’altra parte, l’arte è stato un mezzo usato dalla Chiesa per diffondere i suoi messaggi, oggi si spera lo diventi sempre più anche per il confronto ed il dialogo inter culturale e inter religioso. Venezia, con la Biennale, ma non solo (si pensi ad esempio alla Mostra del Cinema) può diventare in questo senso un vero e proprio laboratorio di idee e una prolifica fucina di sperimentazioni.