I Test Invalsi 2015 per le scuole superiori italiane sono iniziati in un clima decisamente complesso, tra proteste e boicottaggi, sia da parte degli studenti che da alcuni professori.
Oggi, quasi mezzo milione di studenti, ad ogni modo, si sono trovati a dover affrontare le prove previste, che servono ad accertare i loro livelli di conoscenza nei vari ambiti disciplinari, e ad evidenziare eventuali criticità.
Test di questo tipo sono sempre al centro di polemiche, in particolare perché ritenuti da molti strumenti inadatti a valutare la reale conoscenza delle varie discipline. Anche per questo è stato indetto uno sciopero generale della scuola. C’è poi anche da dire che alcuni docenti si sono puntualmente presentati al lavoro, ma si sono rifiutati di consegnare le prove Invalsi ai loro allievi, invitandoli di fatto a boicottare il test.
Dove i test sono stati consegnati, molti li hanno lasciati in bianco, sempre per protesta, altri hanno risposto in modo “beffardo” ai quesiti, e prontamente condiviso “la bravata” sui vari Social Network. Una situazione davvero complessa insomma, che merita senza dubbio massima attenzione da parte della politica. La scuola va ascoltata, rispettata e valorizzata, dovrebbe diventare di importanza strategica se si tiene davvero al futuro del nostro Paese, troppo spesso invece viene sostanzialmente ignorata, se non addirittura mortificata.
Redazione Rete24