Biennale di Venezia: breve guida ai Padiglioni più strani ed originali

La 56° Edizione della Biennale di Venezia, attualmente in corso nella città lagunare, è un’esposizione prevalentemente ispirata al minimalismo, all’arte povera e alla video art in cui è il concetto “sociale” dell’arte a dominare.

In mostra vediamo quindi un’arte che si prende sul serio lasciando poco spazio all’ironia e alla novità.

Se quindi il file rouge è pressoché uguale per tutte le Nazioni distolgono l’attenzione dai grandi cliché tre padiglioni nazionali: Gran Bretagna e Canada situati ai Giardini, e quello del Guatemala presso l’Officina delle Zattere.

Il primo dal titolo I Scream Daddio è incentrato sulle opere dell’artista Sarah Lucas che simili a elementi fallici si stagliano su un fondo giallo brillante “sculture posizionate in un mare di crema pasticcera” a dirla con le parole dell’autrice; in altre sale del padiglione a far da protagoniste sono “Le Bionde” ossia sigarette collocate in parti intime di mezzi busti di gesso. Il messaggio è chiaro, oltre all’intenzione di recuperare un rapporto schietto con la sessualità privo di tabù e scevro da una sorta di perbenismo sessuale l’artista Lucas equipara l’intimità alla noncuranza dell’atto di fumare.

Il Canada con la mostra Canadissimo del collettivo artistico BGL indaga invece le problematiche legate al consumismo: all’interno di una impalcatura dismessa si nasconde un minimarket con marche sfocate in bella vista, superato lo spazio si accede ad uno studio ingombro di una infinità di oggetto riciclati, tra cui scatole in latta gocciolanti di vernice ed infine, salendo delle scale, il percorso si conclude con una piattaforma sovrastata da una struttura metallica in cui si invita lo spettatore a inserire una moneta. Ad un sistema dominato dagli imperativi economici Canadissimo contrappone l’improduttività, il riutilizzo e il recupero dell’ambiente.

Sweet Death

A concludere le curiosità di questa edizione della Biennale d’Arte c’è poi la mostra Sweet Death nel Padiglione del Guatemala, ideata da Daniele Radini Tedeschi; un viaggio immerso in una sorta di Inferno Dantesco in cui le luci suggeriscono decadenza, vecchiaia e morte. Perdita di valori e ascesa verso un aldilà interpretato con notevole originalità ed ironia. Anziane imbellettate, situazioni apocalittiche, teschi cinetici, simboli sessuali e tanta vanitas. Un percorso affascinante, talmente ricco di colpi di scena e preziosismi, che vale di certo la pena considerarlo come uno tra gli appuntamenti imperdibili di questa Biennale.

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