Non è stata certo una scelta saggia quella di Yanis Varoufakis, attuale ministro delle finanze in carica al governo greco, il quale ha pensato di presentarsi ad una delle ultime riunioni dell’Eurogruppo munito di registratore. L’originale politico, qualche tempo dopo, ha confidato ai suoi colleghi di essere in possesso di una registrazione dell’intera seduta.
Ciò ha scandalizzato i convenuti e gli è valso un severo rimprovero da parte del presidente dell’Eurogruppo: questo genere di convegni infatti viene organizzato allo scopo di discutere di questioni parecchio delicate citando anche particolari che è obbligatorio mantenere segreti ai più. Yanis Varoufakis ha controbattuto sottolineando la sua conoscenza delle norme che regolano la vita politica e la sua integrità morale.
A quanto pare la registrazione sarebbe stata tirata in ballo dal ministro greco delle finanze per scagionare alcuni colleghi dalle accuse rivoltegli dai giornali: secondo la stampa infatti Yanis Varoufakis sarebbe stato più volte insultato pesantemente dai membri dell’Eurogruppo. Per questo motivo, rilasciando un’intervista al New York Times, il parlamentare avrebbe smentito tali dicerie e addotto come eventuale prova la registrazione conservata nei suoi archivi.
Certo, a questo punto non possiamo che interrogarci tutti sull’intera vicenda che, è evidente, offre parecchi spunti di riflessione. Innanzitutto ci chiediamo se esista uno speciale servizio di vigilanza che perquisisca i politici prima di prender parte a simili eventi. Poi ci chiediamo anche in che misura l’assoluta segretezza delle riunioni dell’Eurogruppo nasconda dei particolari che, per ovvie ragioni legate alla sicurezza, è meglio non portare a conoscenza dei media e dei cittadini.