Le molestie sessuali, specialmente in ambito professionale, sono più frequenti di quanto si immagina. A Padova ad esempio una donna, ossessionata dai comportamenti poco lusinghieri del suo datore di lavoro, è stata costretta a sporgere denuncia contro il suo capo. Quel che gli inquirenti hanno scoperto è stato a dir poco sconcertante.
La ragazza (appena 30 anni) era stata assunta nel luglio del 2014 e avrebbe dovuto mantenere il suo posto da operaia sino all’estate del 2015. Già durante il periodo di prova la donna aveva intuito che qualcosa non andava per il verso giusto, ma si è soltanto limitata a fare buon viso a cattivo gioco: ha declinato i frequenti inviti a cena, a casa, ecc provenienti da parte del suo datore di lavoro.
Questi ha allora deciso di diventare ancora più esplicito: ha cominciato a palparla e non le ha risparmiato l’umiliazione di nomignoli sconci con cui le si rivolgeva regolarmente anche in presenza di colleghi e clienti. La povera operaia comunque ha scelto di continuare a rifiutare le avances del suo capo. Questi, per tutta risposta, la puniva affidandole mansioni pericolose o poco adatte alla dipendente.
La giovane donna, vittima così di mobbing e molestie sessuali ha dovuto far ricorso allo psichiatra. Dopo essere entrata in analisi, la poveretta è tornata al lavoro: qui il suo capo le ha intimato di presentarsi in azienda in minigonna e senza slip. Solo a questo punto, supportata dal sindacato a cui era iscritta, l’operaia ha scelto di denunciare il suo datore di lavoro che, a quanto pare, era solito comportarsi così con tutte le donne assunte.