La Cassazione di Milano ha spiegato le motivazioni per le quali il 10 marzo di quest’anno ha assolto Silvio Berlusconi dalle accuse relative al caso Ruby. Sebbene sia chiaro, almeno agli occhi della magistratura, che ad Arcore venissero frequentemente organizzati dei festini a luci rosse, non c’è modo di provare che l’ex premier fosse stato in effetti informato circa l’età della sua giovane invitata.
D’altro canto è vero anche che difficilmente avvalendosi soltanto del colpo d’occhio è possibile stabilire se una ragazza vestita e truccata in una certa maniera sia o meno maggiorenne. La mancata condanna per aver compiuto atti sessuali con minorenni, afferma poi la Cassazione di Milano, è dovuta anche alla Procura di Milano che avrebbe dovuto indagare sul reato contestato a Silvio Berlusconi, non processarlo sulla base di accuse ricavate dalla stampa.
Il processo, sostiene ancora la magistratura milanese, ha tenuto conto anche del ruolo di Emilio Fede nello scandalo di Arcore. A quanto pare il giornalista si mostrava amico e sostenitore dell’ex premier anche per motivazioni di carattere prettamente personale; il denaro, le conoscenze e le influenze vere o presunte di Silvio Berlusconi avrebbero costituito per l’ex direttore del TG4 una sorta di protezione e la modalità più sicura per godere dei festini di Arcore. Ecco perché si ritiene che Emilio Fede, in realtà più interessato al divertimento che all’amicizia del premier, abbia a quest’ultimo taciuto i dettagli relativi all’età di Ruby.
L’unione di tutti questi elementi ha fatto sì che la Cassazione di Milano assolvesse definitivamente Silvio Berlusconi dalle accuse.