Aveva da poco raggiunto la maggiore età, ma i suoi 18 anni, contrariamente a quanto accade per molti altri giovani, non le schiudevano le porte di un mondo fatto di sogni e speranze, di ambizioni e sorrisi. La poveretta da qualche tempo in qua infatti viveva reclusa in casa per espresso desiderio del padre e dello zio materno.
I due uomini tenevano così al sicuro il loro “giocattolo” da ingerenze esterne: nessun amico pronto ad aiutarla, nessuna speranza di fuga, nessuna possibilità di sfuggire al destino che qualcuno aveva già stabilito per lei; quello di concubina. La ragazza infatti era facile vittima di vessazioni e angherie di natura fisica e psicologica, le quali culminavano spesso in aggressioni sessuali.
A trarla in salvo da quel percorso di vita hanno provveduto i carabinieri di Olbia. A quanto pare la ragazza, forse approfittando di un momento di assenza dei suoi aguzzini, ha chiesto l’aiuto delle forze dell’ordine. Le notizie in merito sono ancora alquanto confuse, pare però che pur non avendo esplicitamente denunciato ai carabinieri i suoi familiari, la giovane donna abbia lasciato in qualche modo intendere la sua condizione di vita.
Gli agenti hanno così deciso di avviare delle indagini sul conto dei “carcerieri”. Soltanto nelle ultime ore però è stato possibile venire a capo della vicenda ed arrestare il padre e lo zio della ragazza.
Quest’ultima è adesso ospite di una dimora protetta e gode del sostegno morale degli psicologi che, si spera, le daranno presto la forza per non temere più lo sguardo di un uomo.