Matteo Orfini, commissario del Partito Democratico di Roma, nonché presidente DEM, viene ormai accompagnato in tutti i suoi spostamenti da una scorta. La prefettura della capitale ha chiesto che quest’ultimo venisse affiancato da alcuni “gorilla” per ragioni di sicurezza; a Matteo Orfini infatti è stato chiesto, all’indomani dello scandalo legato a Mafia Capitale, di riportare la legalità sul territorio.
Tali provvedimenti, per quanto in una certa misura “fisiologici”, lasciano intendere quale possa essere al momento l’atmosfera nella città di Roma: nelle alte sfere, così come tra i semplici cittadini, si respira aria di cambiamento e, almeno in un certo ambiente, una malcelata tensione. A Matteo Orfini spetterà intanto l’arduo compito di individuare tutte le infiltrazioni mafiose all’interno della sezione romana del PD. Fatto ciò, il commissario sarà chiamato a “depurare” il partito.
Le personali indagini del presidente DEM hanno preso vita a partire da Ostia, una delle zone a quanto pare più soggetta alle ingerenze della malavita nelle scelte amministrative. Qui, finito il suo lavoro, Matteo Orfini ha deciso di lasciare in mano le redini della situazione a Stefano Esposito, nuovo commissario del Comune di Ostia. Contemporaneamente ha intimato ad Andrea Tassone, presidente di municipio, di dimettersi dal suo incarico. Quest’ultimo è stato successivamente arrestato con l’accusa di essere in qualche modo coinvolto nello scandalo di Mafia Capitale.
Adesso è la volta del Campidoglio; l’atmosfera si fa senza dubbio meno distesa. Ad aspettare con ansia il verdetto di Matteo Orfini è adesso Ignazio Marino: il sindaco di Roma però verrà “valutato” sulla scorta delle informazioni fornite dal commissario Gabrielli.