Lo scorso sabato Nicola Lombardo, benzinaio palermitano, era stato avvicinato da una utilitaria scura e, dopo aver fatto il pieno alla vettura, si era accasciato al suolo. L’uomo, come testimoniano le telecamere sparse nelle vicinanze del rifornimento, ha ricevuto dei colpi di pistola all’altezza dell’addome. Mentre Nicola Lombardo, ancora vivo, si contorceva per il dolore, qualcuno ha subito chiamato l’ambulanza e, ovviamente, le forze dell’ordine.
Il povero benzinaio è stato ricoverato con codice rosso nel più vicino ospedale della zona, il Civico di Palermo. Qui ha subito un estenuante intervento al termine del quale è comunque deceduto. Grazie alle tracce conservate dalle telecamere di sorveglianza e alla stessa testimonianza fornita dalla vittima agli agenti quando stava per salire sull’ambulanza, si è risaliti ad un certo Mario Di Fiore, pensionato del luogo.
L’uomo, per ragioni ancora da chiarire, girava con una pistola in macchina: l’arma del delitto. Mario Di Fiore, a distanza di pochi giorni dall’omicidio del benzinaio palermitano, è stato arrestato e, senza opporre eccessiva resistenza alle incalzanti domande degli inquirenti, non solo ha ammesso le sue colpe, ma ha anche svelato il movente del delitto. A quanto pare, subito dopo aver fatto il pieno alla vettura, Nicola Lombardo ha chiesto il relativo pagamento. La somma è stata giudicata dall’utente eccessivamente alta. Ne sarebbe derivata una lite che, una volta degenerata, si sarebbe conclusa con l’omicidio del benzinaio di Palermo.
Probabilmente adesso per Mario Di Fiore all’imputazione di omicidio si aggiungerà anche l’aggravante dei futili motivi, al dolore dei familiari della vittima invece la consapevolezza che un loro caro è deceduto per ragioni assurde.