Il DDL “La buona scuola” di Matteo Renzi ha ottenuto la fiducia anche al Senato: il decreto adesso dovrà tornare alla Camera, ma la sua approvazione ormai si può dare quasi per certa. Saranno 100 mila i precari che entro settembre troveranno incarico fisso (nella stragrande maggioranza dei casi lontano dalla loro città d’origine) e la nomina diretta degli insegnanti verrà introdotta soltanto dal 2016/2017.
La prospettiva che il decreto possa presto trasformarsi in legge però non piace a nessuno: studenti, docenti, presidi, genitori, sindacalisti e semplici cittadini a vario titolo interessati alle nuove leggi approvate dal governo Renzi, sono già scesi in piazza a contestare e hanno informato le istituzioni che la loro protesta diventerà sempre più articolata. L’Unione degli Studenti, associazione nazionale che raggruppa tutti gli alunni d’Italia, ha più volte organizzato scioperi e proteste a Roma, davanti alla Camera o ad altre grosse sedi istituzionali.
I presidi hanno invece inviato delle lettere aperte in cui si contesta la priorità diretta sulle convocazioni per chi gode della legge 104 (tre giorni al mese di ferie pagate per chi ha a casa un parente invalido che dichiara di assistere), la scelta di affidare al preside la direzione di più istituti scolastici, il ridimensionamento delle segreterie e l’annosa questione della nomina diretta.
Sindacalisti, alunni e genitori invece puntano il dito sulla riforma la quale finirà a loro parere per tradursi in una sempre più evidente diseguaglianza tra le scuole e nell’attuazione di una gerarchia autocratica e clientelare. In sostanza quindi il decreto rischia di venir approvato quanto prima, ma chi ci rappresenta non tiene conto dei nostri pareri…