Il made in China, contrariamente a quanto si crede, è presente sui nostri mercati tanto in settori quali l’elettronica e l’abbigliamento, quanto nel ramo alimentare. Apprendere che in Cina, nel corso di queste ultime ore, le forze dell’ordine hanno dato vita ad un blitz che ha portato al sequestro di 100 mila tonnellate di carne avariata perché congelata nei lontani anni ’70, ci fa un po’ riflettere.
I contrabbandieri avevano trovato anche il modo per ingannare la dogana: la carne partiva dai porti cinesi, attraversava l’India, il Vietnam e giunta in Giappone veniva rispedita ai diversi ristoranti della Cina che ne avevano fatto richiesta. Qui arrivava senza alcun tagliandino che potesse fornire dettagli circa la provenienza, la data di macellazione, ecc. Questo sistema ha dato vita nel paese del Sol Levante ad un giro d’affari pari a circa 500 milioni di dollari.
La carne sequestrata era in evidente stato di putrefazione, ma il sapore e l’aspetto venivano abilmente celati dai commercianti che speziavano a dovere i piatti in cui utilizzavano il loro più che economico acquisto. Purtroppo gli scandali alimentari in Cina si verificano con una inquietante frequenza; basti citare il clamoroso caso delle uova sintetiche o peggio ancora del latte miscelato alla melanina a cui è stata poi attribuita la colpa per la morte sospetta di sei bambini.
L’elenco non finisce qui ed interessa l’intera varietà della piramide alimentare. Molto probabilmente questa insalubre prassi deriva dalle pessime condizioni economiche in cui versa parte della popolazione. Come al solito quindi, alla base di ogni aspetto della nostra vita, sembra esserci il denaro e soprattutto l’avarizia di chi lo possiede…