I voucher o buoni lavoro, usati per pagare, ad esempio colf e badanti, ma poi estesi a molte altre categorie, hanno avuto un imprevisto successo e la loro enorme diffusione ha rese necessarie delle modifiche legislative che ne impedissero eventuali abusi.
Da un lato sono stati fissati obblighi di comunicazione più stringenti per i datori di lavoro che usano questo strumento, dall’altro però alcune richieste dei sindacati non sono state accolte, come il tetto alle ore fruibili e l’esclusione dei settori più rischiosi.
L’attesa stretta sui voucher arriva quindi solo parzialmente. Il decreto correttivo del Jobs act che introduce novità volte soprattutto a garantire la tracciabilità dei buoni lavoro (del valore nominale di 10 euro) potrebbero, secondo molti, non bastare.
Alcune autorevole voci, come quella di Tito Boeri, presidente dell’Inps, hanno definito i voucher “la nuova frontiera del precariato“, i buoni vengono usati impropriamente da molte aziende per mascherare il lavoro nero. In sostanza per ogni ora retribuita con questo strumento, per salvare le apparenze, ce ne sarebbero molte pagate sotto banco.
Il buono lavoro è nato con le migliori intenzioni, ma come tutte le cose c’è chi ne abusa, bisognerà vedere se le novità ora introdotte risolveranno o meno i problemi.
Redazione Rete24