Digital detox e ritorno all’analogico

Il digital o social detox serve a molteplici scopi, il più importante dei quali è quello di ripristinare un equilibrio maggiormente sano nella nostra vita in particolare relativamente al rapporto con la tecnologia, la gestione del tempo e dello stress.
Con il termine digital detox si indica in genere un breve periodo di tempo nel corso del quale si tenta di distaccarsi dai dispositivi elettronici, riducendone il più possibile l’utilizzo, ad esempio recandosi in un posto senza campo per un fine settimana in mezzo alla natura.

Ci sono momenti in cui il silenzio di una pagina bianca vale più di mille notifiche su smartphone e tablet, in cui l’odore di un libro impolverato riesce a parlarti più di mille post sui social network.

Fare digital detox non è una moda (o meglio non è sempre e solo questo), è spesso una reale necessità per chi cerca di ritrovare spazio tra mille stimoli artificiali, come se il cervello implorasse una tregua. Tornare all’analogico non significa certo rinnegare il presente, ma ricordarsi piuttosto che esiste anche un tempo che scorre senza display, un tempo fatto di attese, pause, respiri lenti.

Bisogna cercare di riscoprire la bellezza di una calligrafia incerta, il fascino di una foto stampata male, il suono caldo di un vinile graffiato. Accorgersi che una passeggiata senza auricolari può essere più terapeutica di mille playlist, che una chiacchierata guardandosi negli occhi ha un valore che nessun messaggio potrà mai raggiungere o superare. L’analogico è imperfetto, proprio per questo è vivo e a misura d’uomo, più del digitale. È un ritorno alla realtà con meno filtri, più errori, ma anche più verità e lentezza, che aiuta a sentirci umani, cosa che siamo e di cui certo non dobbiamo mai vergognarci.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *