Il Governo Renzi sta lavorando intensamente per modificare alcune riforme. Il Parlamento sta discutendo in questi giorni di alcuni punti della Jobs Act, dove in primo piano troviamo la Naspi, il nuovo sussidio di disoccupazione che andrà a sostituire l’Aspi. Si tratta di un ammortizzatore sociale che sarà introdotto dal Governo, ma andiamo a scoprire le differenze fra la versione precedente e quella attuale.
Aspi e Naspi – A chi spetta
La vecchia forma di sostegno a coloro che perdono il lavoro spettava a lavoratori dipendenti, soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato, dipendenti a tempo determinato delle Pubbliche Amministrazioni e personale artistico con rapporto di lavoro subordinato, mentre non era destinata a dipendenti a tempo indeterminato delle Pubbliche Amministrazioni, operai agricoli a tempo determinato e indeterminato e lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale.
Naspi, invece, spetterà a tutti i coloro che perdono il posto di lavoro ed hanno lavorato almeno 3 mesi, dunque anche precari che prima non erano sostenuti da alcuna forma di sussidio di disoccupazione universale.
Aspi e Naspi – Quanto dura
La durata dell’Aspi era di 12 mesi per lavoratori di età inferiore a 55 anni e di 18 mesi per lavoratori di età pari o superiore a 55 anni, mentre la durata della Naspi sarà la metà dei mesi lavorati negli ultimi 4 anni, per un massimo di 2 anni, che diventano 6 mesi per i lavoratori atipici.
Aspi e Naspi – Quanto spetta
Quanto alla somma del sussidio, invece, con Naspi sarà intorno a 1.000-1.200 euro al mese all’inizio del periodo di copertura, poi calerà fino a 700 euro, mentre prima corrispondeva al 75% della retribuzione se uguali o inferiore a 1.180 euro per 6 mesi, al 60% dal sesto al dodicesimo mese e al 45% dal dodicesimo al diciottesimo mese.
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