Il Redditometro è lo strumento messo a punto dal Governo per combattere l’evasione fiscale. A oltre un anno dal suo annuncio, il 2014 è l’anno del debutto. Grazie ad esso, il Fisco è in grado di stimare il reddito presunto di ciascun contribuente, sulla base delle spese che egli ha effettuato. In caso di scostamento fra spese effettuate e reddito dichiarato, l’Agenzia delle Entrate convoca il contribuente per chiedere giustificazioni a riguardo.
L’accertamento viene emesso se il reddito presunto risulta essere superiore del 20% rispetto al reddito dichiarato. La determinazione viene effettuata tramite un calcolo che si basa su alcuni indicatori di capacità contributiva. Le spese di un certo tipo che sono a conoscenza del Fisco, vengono moltiplicate per i coefficienti legati alla classe attribuita al contribuente sulla base di 3 caratteristiche: area geografica (Nord, Centro e Sud), composizione famigliare (coppie con o senza figli, single e monoparentali) ed età (fino a 35 anni, da 35 anni a 64 anni e oltre 65 anni).
Una volta che il Fisco ha determinato il reddito presunto, c’è il contraddittorio, con il contribuente che viene chiamato di persona a giustificare lo scostamento fra spese e reddito, fornendo tutti i dati rilevanti ai fini dell’accertamento. In seguito viene avviato il procedimento di accertamento con adesione. L’avviso di accertamento che viene emesso dall’Agenzia delle Entrate contiene l’intimazione a pagare l’importo indicato oppure il 50% delle maggiori imposte accertate nel caso in cui si scelga di ricorrere davanti alla Commissione Tributaria. Trascorsi 30 giorni dal termine ultimo per il pagamento, la riscossione viene affidata agli agenti della riscossione. Nel 2014 sono a rischio 20 mila contribuenti per il periodo d’imposta 2009 che hanno dichiarato spese più alte rispetto al reddito dichiarato.
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