Continua il mistero di Elena Ceste, la donna di 37 anni sparita nel nulla dal 24 gennaio scorso e sono sempre di più i misteri che girano attorno a questa storia. Mentre le indagini proseguono sulla tesi del suicidio, non escludendo però nemmeno l’allontanamento volontario che però inizia a risultare alquanto strano, ci sono degli elementi che non la dicono tutta.
In particolare ci si riferisce agli occhiali da vista indossati da Elena Ceste, infatti la donna era miope e sembra davvero strano che possa aver lasciato a casa gli occhiali sia per andarsi a suicidare sia per sparire. Il fatto è stato anche suffragato dalla testimonianza di una commessa di un negozio, che nel mese di ottobre conobbe Elena. La donna ricorda che Elena le mostrò gli occhiali, piuttosto spessi e le parlò anche della sua vita tra i “bricchi” dell’Astigiano, facendo intendere di non essere poi cosi felice di quella vita.
Intanto il mistero si infittisce a proposito delle lettere del Consolatore, arrivate agli inquirenti. Le stesse lettere, che contenevano versetti legati al Vangelo, erano arrivati anche alla famiglia di Alessandra Vanni, la tassista di Siena uccisa nel 1997 e cui l’assassino non è masi stato trovato. Come sostiene nuovasocietà.it, anche nel caso della tassista spunta la pista religiosa; la donna fu trovata morta davanti ad un cimitero, la sua auto si chiamava Siena 22, la statale che percorse per arrivare li era la statale 222 e nel caso di Elena Ceste c’è il 24 gennaio 2014, guarda caso multiplo del 2. Ci sono forse legami?
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