Continuano a ritmo serrato le indagini sulla scomparsa di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate Sopra uccisa la sera del 26 novembre 2010. Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di 44 anni arrestato con l’accusa di aver ucciso Yara, s trova in carcere da due settimane ormai, gli avvocati dell’uomo hanno deciso di non presentare istanza di scarcerazione, volendo puntare ad un altro tipo di difesa e più convincente.
Intanto però l’accusa si muove con tutti gli indizi a carico di Bossetti. In ultimo, i tabulati telefonici, che in qualche modo dimorerebbero che Bosetti ogni lunedì e mercoledì tra le 17 e le 19 si aggirava sempre intorno alla palestra di Brembate, proprio dove Yara si allenava. Questo andò avanti da settembre a novembre, periodo in cui probabilmente l’uomo cercava di avvicinarsi alla ragazzina e cercava di creare con lei un rapporto di fiducia. Quello che ormai sembra certo o quasi nel giallo di Brembate, è che Massimo Giuseppe Bossetti non deve aver fatto troppa fatica a convincere Yara a salire sul furgone, tesi dell’accusa, che sostiene come quindi la 13enne conoscesse l’uomo e probabilmente si fidava di lui, tanto da salire volontariamente.