Ormai è ben noto che il Governo non ha previsto alcun provvedimento riguardo la riforma pensionistica, specie per quelle categorie disagiate. Negli ultimi giorni l’INPS si è detta favorevole all’introduzione di misure più flessibili, ma bisognerà vedere se le proposte verranno prese in considerazione. Grandi delusi sono i lavoratori precoci, ossia coloro che hanno iniziato a lavorare giovanissimi, prima dei vent’anni, e che hanno ormai raggiunto 42 anni di contributi, ma non il requisito anagrafico di 62 anni per poter accedere alla pensione.
Le proposte per consentire a questa categoria di lavoratori di accedere alla previdenza sono state svariate, dalla pensione anticipata a 62 anni di età con 35 anni contributivi proposta da Poletti, fino all’assegno pensionistico anticipato proposto da Damiano. Sulla falsa riga di quest’ultima idea si era pronunciato anche l’INPS, che spingerebbe per un prestito pensionistico, ma bisognerà capire se ci saranno le giuste coperture economiche. Intanto, la questione resta congelata e per i lavoratori precoci non c’è possibilità di lasciare il mondo del lavoro.
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