A partire dal 1° gennaio 2014 scatteranno le nuove regole per il pensionamento dei lavoratori. La nuova riforma delle pensioni porterà delle novità sostanziali per gli italiani, ma andiamo a scoprire cosa cambierà per il settore pubblico e privato. Innanzitutto sarà previsto l’innalzamento dei requisiti anagrafici per le donne del settore privato, le dipendenti potranno andare in pensione a 63 anni e 9 mesi, mentre le lavoratrici autonome potranno farlo a 64 anni e 9 mesi; riguardo ai requisiti anagrafici per gli uomini, invece, resteranno inalterati, con dipendenti e lavoratori autonomi che potranno andare in pensione a 66 anni e 3 mesi, così come le donne dipendenti del pubblico impiego.
Troveremo poi casi particolari come quelli delle donne che optano per il calcolo contributivo: dipendenti a 57 anni e 3 mesi, autonome a 58 anni e 3 mesi; fra gli altri casi eccezionali anche i lavoratori addetti alle mansioni faticose e usuranti. Per quanto riguarda la pensione anticipata, basterà lavorare un mese in più, ma bisognerà avere 42 anni e 6 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 6 mesi per le donne.
Sempre a partire dal 2014 non ci sarà una rivalutazione rispetto all’inflazione per i redditi da pensione superiori a 6 volte il minimo (3.000 euro al mese circa), perciò la rivalutazione sarà al 100% dell’inflazione per le pensioni fino a 3 volte il minimo, 90% dell’inflazione per le pensioni aventi importo compreso fra 3 e 5 volte il minimo, 75% dell’inflazione per le pensioni aventi importo compreso fra 5 e 6 volte il minimo. Infine, per quanto riguarda la totalizzazione dei contributi sarà necessario aver raggiunto 65 anni di età con almeno 20 anni di contributi oppure aver versato 40 anni di contributi senza requisiti anagrafici ulteriori.
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