In tema di indulto e amnistia c’è da segnalare un botta e risposta tra Matteo Salvini della Lega Nord e Patrizio Gonnella dell’associazione Antigone. Il primo, come tutto il suo partito, è da sempre contrario ai provvedimenti di clemenza e alle depenalizzazioni per i detenuti, mentre il secondo è impegnato nella tutela dei diritti dei carcerati.
Nei giorni scorsi, approfittando del dossier sugli immigrati detenuti in Italia redatto da Antigone, il leader della Lega ha creato indignazione su Facebook sottolineando come nel nostro Paese più di un terzo dei carcerati siano immigrati, specie al nord dove si toccano punte del 50%, e questi si lamentano del fatto che non vi è cibo differenziato per religioni, né tanto meno luoghi di culto. Salvini ha tuonato dicendo che sarebbe meglio cominciare a farli lavorare e rimandare al loro Paese quei detenuti che possono essere espulsi, perché prima devono lavorare e poi, forse, possono lamentarsi.
Queste le parole dell’esponente della Lega, alle quali è seguita la risposta di Patrizio Gonnella di Antigone. Costui ha tenuto a precisare a Salvini che l’associazione si occupa della tutela di tutti i detenuti, anche di quelli immigrati. Tra questi anche i diritti alla salute, al lavoro e alla religione. Piuttosto che creare indignazione, dovrebbe pensare a quando al Governo c’era il centrodestra, con Roberto Castelli al ministero della Giustizia, periodo durante il quale il sovraffollamento cresceva e i danni li ha poi dovuti pagare l’Italia. Dopo i commenti su Facebook sulle depenalizzazioni, ecco che Matteo Salvini ci ricasca, stavolta contro gli immigrati detenuti.
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