Palmira, uno dei siti archeologici più importanti di tutta la Siria, sarebbe il prossimo bersaglio dell’Isis. L’avanzata jihadista in questa meravigliosa terra del Medio Oriente ha portato con sé morte e miseria, ma anche la distruzione di centinaia di testimonianze uniche del passato, della storia mediterranea e dell’archeologia classica. A spingere i fondamentalisti a distruggere opere d’arte, scavi e monumenti, sarebbe l’applicazione di un principio del Corano secondo il quale l’uomo non è degno di raffigurare le creature di Allah; statue antropomorfe, raffigurazioni animali e vegetali sono quindi per i membri dell’Isis blasfemi.
Palmira, elemento importante per comprendere l’importanza di questo straordinario sito, è stata dichiarata tempo fa dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Proprio questo ente, ovviamente in collaborazione con le forze militari, dovrebbe attivarsi per far sì che il prezioso reperto, testimonianza della grandezza della civiltà siriana, possa rimanere intatto. Si tratta comunque di una missione ardua: l’Isis è ormai giunta nelle immediate vicinanze di Palmira e non ha fatto mistero delle sue intenzioni.
L’avanzata dei soldati della jihad, ovviamente, impensierisce un po’ tutti per svariate ragioni: oltre alla possibilità di veder distrutti i propri monumenti, ciò significherebbe assistere a nuovi massacri della popolazione, nonché ad un’inarrestabile avvicinamento agli obiettivi europei.
Intanto il governo siriano ha ritenuto necessario sedare gli animi di alcuni ribelli che stavano iniziando ad organizzare dei movimenti di supporto per i fondamentalisti islamici nel nord del paese. L’esercito siriano si è trovato così costretto a lanciare sulla popolazione dei barili bomba causando decine di vittime di cui quasi la metà bambini.