Mafia Capitale, l’inchiesta che sta scuotendo l’animo dei cittadini laziali e che rischia di far cadere molte teste tra i politici al governo della regione, potrebbe presto arrivare ad una svolta decisiva. L’ex prefetto Giuseppe Pecoraro sostiene infatti che adesso, così come già accadeva lo scorso dicembre, ci sarebbero tutti gli estremi normalmente considerati imprescindibili dalla legge per sciogliere un comune, in questo caso quello di Roma.
Sulla questione dovrebbe adesso esprimersi anche il ministro Angelino Alfano il quale per il momento sembra volersi adattare alla linea morbida perseguita dalle massime autorità dello Stato. Ad ostacolare l’avvio di provvedimenti più drastici (e forse anche più graditi da parte di un popolo che per l’ennesima volta si vede tradito dai suoi rappresentanti) sarebbe la consapevolezza che proprio nel 2015 a Roma avrà luogo un Giubileo; può in quella occasione la città eterna mostrare al mondo le ferite di Mafia Capitale? Certo, non acquisterebbe in prestigio, ma d’altro canto qualora le notizie circa la vicinanza di alcuni esponenti politici al governo della regione e gli ambienti della criminalità organizzata venissero per quel tempo definitivamente provate, non ci saremmo comunque risparmiati la figuraccia planetaria.
Soffermandoci anche soltanto un attimo a valutare le dichiarazioni recentemente rilasciate da Matteo Renzi e da Angelino Alfano (che si riserva di esprimersi definitivamente sulla questione dopo la lettura della relazione di Gabrielli), pare che il Comune di Roma difficilmente verrà sciolto a seguito dello sconquasso prodotto da Mafia Capitale. Ci si chiede come mai tanti problemi non si sono palesati quando analoghi fatti hanno interessato le cittadine di Scicli e Cagnano Varano.