Economia: Italia divisa tra sfiduciati e segnali incoraggianti

I dati relativi all’economia italiana, soprattutto in questi ultimi tempi, possono apparire alquanto contrastanti. Se da un lato infatti sembrano essere ormai in crescita i segnali incoraggianti, gli input che dovrebbero farci sperare in un definitivo allontanamento della crisi dal nostro paese, dall’altro lato l’esercito degli sfiduciati sembra crescere in maniera esponenziale.

Già, ma chi sono gli sfiduciati? Vengono così definiti quei gruppi di persone, soprattutto composti da giovani, i quali nemmeno cercano più di trovare un qualsivoglia tipo di lavoro. Su circa 3,5 di disoccupati, la metà ammette candidamente davanti agli esperti dell’Istat di non essersi nemmeno impegnato attivamente nella ricerca di un’attività che possa garantire dei guadagni.

Le cause del fenomeno sono a quanto pare molteplici: difficoltà di trovare qualcosa di confacente alla propria formazione scolastica, retribuzione spesso poco allettante (in alcuni casi addirittura assente), pretese sproporzionate rispetto all’eventuale stipendio percepito, semplice e umana rassegnazione.

Ad ingrossare le fila dell’esercito degli sfiduciati sembrerebbero essere soprattutto i laureati i quali, non soltanto hanno dovuto rinunciare a tutte le aspettative intimamente connesse al conseguimento del loro titolo di studio, ma, per di più, si scoprono spesso inadeguati al mondo del lavoro o, paradosso della moderna economia, scavalcati in graduatoria da candidati più giovani e meno istruiti.

All’interno di questa sotto categoria di sfiduciati, quella per intenderci composta dai laureati, si trova poi il gruppo formato dalle sole donne. Queste sanno già infatti che nella situazione attuale trovare un lavoro potrebbe voler dire, soprattutto nel nostro paese, perdere la possibilità di coltivare la propria femminilità (prendersi cura della famiglia, mettere al mondo dei figli, ecc.).