Papa Francesco l’aveva promesso e, a quanto pare, ha mantenuto la parola data. La lotta alla pedofilia, soprattutto in ambiente religioso, deve avvalersi di strumenti adeguati; per questo motivo Bergoglio istituisce il reato di abuso episcopale, ossia una norma che sancisce la possibilità per il tribunale ecclesiastico di processare tutti quei sacerdoti che hanno deciso o decideranno di tacere relativamente alle denunce per pedofilia riguardanti altri “colleghi”.
Lo scopo del provvedimento è ovviamente quello di evitare che tali fenomeni possano essere insabbiati e quindi rimanere impuniti. Inoltre l’obbligo di intervenire tempestivamente contro i preti pedofili darà la possibilità al Vaticano di “eliminare le mele marce”. La Congregazione per la Dottrina della Fede, ossia il tribunale ecclesiastico, si avvarrà da oggi di una nuova sezione creata proprio per rispondere dei reati a sfondo sessuale eventualmente commessi dal clero.
La procedura di denuncia prevede cinque passaggi: il sacerdote macchiatosi di reato di abuso episcopale verrà denunciato alla Congregazione per i vescovi, alla Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli o alla Congregazione delle Chiese Orientali. Il Papa a questo punto autorizzerà il tribunale ecclesiastico a processare l’imputato, istituirà ufficialmente una nuova sezione giudiziaria (ovviamente competente per quanto riguarda questa tipologia di reato) e nominerà gli “addetti ai lavori”. Un segretario infine dovrà assistere il prefetto ecclesiastico incaricato di svolgere in collaborazione con il Pontefice le suddette operazioni.
Il reato di abuso episcopale, pensato principalmente per eliminare la piaga della pedofilia all’interno del clero, si estende comunque anche ad adulti vulnerabili; in sostanza quindi verranno puniti tutti i reati connessi alla violenza e alla molestia sessuale.