L’Isis, ancora una volta, minaccia la città siriana di Palmira e le sue antichissime rovine. L’osservatorio per i diritti umani ha infatti comunicato al mondo che i fondamentalisti islamici hanno sparpagliato un ingente numero di mine antiuomo nei siti archeologici di Palmira (l’intenzione quindi è nuovamente quella di fare scempio delle testimonianze architettoniche del passato e, possibilmente, di colpire i turisti in visita. Secondo un’altra ipotesi il gesto servirebbe ad allontanare dalla zona i governativi in avanzata).
Tra l’altro alcune fonti parlano anche di raid aerei già compiuti dai cieli di Damasco: gli attentati, come del resto era prevedibile, hanno causato nuovi focolai di guerriglia armata e ovviamente un certo numero di vittime. Come se ancora non bastasse, i terroristi hanno già rivendicato il rapimento di 1227 bambini, adesso ostaggi del regime. Il destino dei piccoli è ormai segnato: i ragazzini infatti sono stati introdotti nel campo di Al – Salamiya e qui verranno addestrati per diventare a loro volta dei soldati della cosiddetta guerra santa.
Gli ostaggi apprenderanno così a divenire dei combattenti e in altri casi persino a trasformarsi in kamikaze. Tale comportamento ormai sta lentamente avviandosi a diventare una prassi: non è infatti la prima volta che gli jihadisti rapiscono un certo numero di bambini e ragazzini (tutti minori di 18 anni) per farne dei guerrieri. La situazione in Siria, a questo punto è più che evidente, purtroppo al momento rischia di sfuggire al controllo delle autorità locali e del fronte anti Isis; si attendono ulteriori sviluppi nel corso delle prossime giornate.