La stagione influenzale è ormai alle porte, e nonostante il caldo anomalo di questi giorni possa ingannare, i primi dati confermano che il virus dell’influenza ha già iniziato a circolare in Italia. Tra i principali ceppi attesi quest’anno, spicca la cosiddetta “influenza australiana”, già diffusasi nell’emisfero meridionale e nota per la sua intensità. Vediamo insieme quali sono i sintomi tipici di questo virus, come riconoscerlo e difendersi, e quando sarà il momento di maggior rischio di contagio.
Che cos’è l’influenza australiana?
L’influenza australiana, così chiamata perché monitorata a lungo in Australia durante l’inverno dell’emisfero sud, è una variante influenzale che porta con sé sintomi piuttosto intensi e debilitanti. Ogni anno l’influenza muta in forme differenti e alcuni ceppi risultano più aggressivi di altri. La variante australiana sembra causare disturbi che possono essere anche di forte entità, con un impatto maggiore su anziani e soggetti fragili, oltre che sui più piccoli e su coloro che soffrono di patologie croniche.
Quali sono i sintomi principali?
I sintomi dell’influenza australiana sono noti per insorgere improvvisamente e, nel giro di poche ore, provocare un quadro di malessere acuto. Tra i principali troviamo:
- Febbre alta (superiore a 38 °C), che compare rapidamente e spesso è accompagnata da brividi;
- Tosse secca, che tende a persistere durante l’intera durata della malattia;
- Dolori muscolari intensi, localizzati soprattutto alla testa, alla parte bassa della schiena e alle gambe;
- Sensazione di debolezza e stanchezza marcate, che rendono difficile svolgere anche le attività più semplici.
- Brividi, che non sono sempre presenti ma possono verificarsi;
- Dolori agli occhi e perdita di appetito sono sintomi meno comuni ma che in alcuni casi si manifestano;
- Congestione nasale o naso che cola, che si verificano più di rado.
Quando è previsto il picco?
Secondo gli esperti, come si legge anche su La Stampa, il picco di contagio per l’influenza australiana dovrebbe verificarsi intorno alla fine di novembre. Questo significa che la fase di maggior diffusione e rischio sarà proprio tra la fine dell’autunno e l’inizio dell’inverno. Per chi appartiene a categorie vulnerabili, come anziani, bambini e persone con malattie croniche, i professionisti del settore consigliano di vaccinarsi quanto prima, in modo da avere una protezione efficace.
Lo schema tipico dell’influenza australiana
Come avviene per molte forme influenzali, anche questa segue uno schema abbastanza riconoscibile nella sua evoluzione, che si completa generalmente in circa otto giorni:
- Nei primi tre giorni, la febbre si manifesta improvvisamente, accompagnata da mal di testa, dolori muscolari diffusi, mal di gola e, talvolta, naso chiuso;
- Tra il quarto e l’ottavo giorno, febbre e dolori muscolari tendono a diminuire, mentre la tosse diventa più insistente, accompagnata da mal di gola e raucedine;
- Fino all’ottavo giorno, la stanchezza può rimanere presente e il miglioramento dei sintomi si fa graduale. Non è raro avvertire debolezza anche nei giorni successivi.
La prevenzione rimane uno dei metodi più efficaci per ridurre il rischio di contagio. Lavare le mani spesso, evitare luoghi affollati nei periodi di maggior diffusione e seguire una dieta equilibrata sono azioni che possono aiutare.
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