Nel cortile rinascimentale di Palazzo Strozzi a Firenze sarà possibile visionare “Shy Society”, un’installazione ispirata al fenomeno della nictinastia.
Natura, tecnologia e arte si fondono in un’installazione site-specific ideata dal duo olandese DRIFT fondato dal 2007. Fiori meccanici danzano sulle note musicali del leader del Wu-Tang Clan. In concomitanza con la mostra dell’artista americana ed esponente dell’Espressionismo Helen Frankenthaler, gli artisti olandesi, fondatori di DRIFT, Lonneke Gordijn e Ralph Nauta, propongono un’installazione che offre una profonda riflessione sull’interazione tra tecnologia, natura e uomo. Non si tratta di una semplice installazione, ma di una vera e propria esperienza che permette al visitatore di immergersi in una coreografia sonora e visiva davvero unica e rara.
Natura e tecnologia a Palazzo Strozzi: l’installazione dei fiori danzanti
“Shy Society” è molto di più di una semplice installazione: si tratta di un’opera artistica costituita da sette elementi floreali sospesi nello spazio aperto del cortile rinascimentale di Palazzo Strozzi. Queste installazioni floreali si muovono in modo sincrono e lento in un continuo susseguirsi di aperture e di chiusure che rievocano il ciclo di vita della natura. I fiori danzano sulle note musicali del compositore americano Robert Fitzgerald Diggs, meglio conosciuto come il leader del gruppo Wu-Tang Clan.
La sinfonia avvolge i visitatori in un’atmosfera suggestiva e li invita alla contemplazione. Anche la scelta della location non è puramente casuale, ma è pensata proprio per riscoprire un cortile rinascimentale in un’ottima contemporanea, favorendo il dialogo tra passato e presente. Il susseguirsi delle aperture e delle chiusure delle installazioni floreali richiama l’idea di metamorfosi perpetua ed uno stato di trasformazione e di cambiamento che coinvolge anche i visitatori stessi.
Un chiaro invito alla contemplazione
Il tema centrale dell’installazione del duo olandese nel cortile di Palazzo Strozzi è un chiaro invito alla contemplazione ed alla riflessione, oltre che la rappresentazione visiva e sonora dell’interazione intercorrente tra natura, uomo e tecnologia. Nonostante siano governati dalla tecnologia, i fiori meccanici riflettono il ciclo di vita degli stessi e su come gli esseri viventi siano chiamati ad adattarsi ai mutamenti del sistema ambientale.
L’opera non è altro che l’evidente emblema della metamorfosi che riguarda l’evoluzione degli esseri viventi e la capacità degli stessi di reagire alle sfide della tecnologia. Il susseguirsi delle aperture e delle chiusure degli elementi floreali riflettono l’evoluzione, la resilienza e l’adattamento. Questa sperimentazione artistica riflette il rapporto che i due olandesi hanno instaurato con esperti della scienza, ingegneri e programmatori, ma anche con i musicisti.
Redattrice con pluriennale esperienza maturata con varie testate giornalistiche e portali specializzati in economia e altre tematiche.