In seguito alla diffusione dei nuovi coefficienti INPS, il CorriereEconomia ha provato a capire cosa cambierà per le pensioni, attraverso una serie di simulazioni. Se il PIL resta fermo, la rendita di un trentenne sarà pari a metà stipendio, me se invece il PIL sale del 2%, la copertura potrebbe salire di 20 punti. Ora è possibile calcolare una rendita con decorrenza 2014, poiché l’ISTAT ha ufficializzato i coefficienti che permettono di rivalutare le retribuzioni, che consentono di rivalutare le retribuzioni per la determinazione della base annuale pensionabile.
CorriereEconomia ha cercato di rispondere ad alcuni dubbi riguardo le pensioni: Di quanto si è ridotta a causa delle recessioni? Come cambia con il tasso di copertura? Quali scenari si prospettano per i lavoratori autonomi? In presenza di lavoratori dipendenti di 30 anni, 40 anni e 50 anni, con età di pensionamento pari a 67 anni, 65 anni e 68 anni, la differenza mensile, con e senza recessione, è pari a -2%, -5% e -6%.
Con una crescita del PIL al 2%, invece, il rapporto tra pensione ed ultimo stipendio cambia, con il tasso di copertura che può aumentare anche del 22%. Infine, per i lavoratori autonomi, con le stesse simulazioni fatte per quelli dipendenti, la differenza mensile con e senza recessione, è pari a -1%, -4% e -5%.
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