In questi giorni si continua a discutere sul tema delle pensioni in Italia. I pareri tra i politici sono discordanti, con le proposte fino ad ora pervenute che sono gradite da una parte e non dall’altra e viceversa. I sindacati, che chiedono di aprire un tavolo di confronto con il Governo, sostengono il sistema a quote, come la proposta del presidente della commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano, che spinge verso la Quota 100. Si tratta di una soluzione che permetterebbe di avere flessibilità in uscita dal mondo del lavoro, grazie alla quale si potrebbe andare in pensione con diverse combinazioni sommando età anagrafica con gli anni di contributi versati.
Tra le proposte di pensione anticipata, però, ne troviamo delle altre. C’è ad esempio la Quota 41, che permetterebbe di raggiungere la quiescenza una volta che il lavoratore avrà raggiunto 41 anni di contribuzione, indipendentemente dall’anzianità anagrafica. Questa, così come la prima ipotesi, non sembra essere gradita all’esecutivo Renzi, perché necessiterebbe di un elevato costo.
Ecco quindi che il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, proporrebbe il prestito Inps, ossia l’assegno pensionistico da erogare ai lavoratori che scelgono di andare in pensione anticipata quando ancora mancano 2-3 anni al raggiungimento dei requisiti. Successivamente, il contribuente dovrebbe restituire attraverso delle trattenute mensili il prestito dell’ente previdenziale. Altra proposta sarebbe la Quota 97, che permetterebbe un pensionamento anticipato già a 62 anni di età con 35 anni di contributi, ma con una penalizzazione fino ad un massimo dell’8%.
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