Ci si attendevano delle novità riguardo alle pensioni con la Legge di Stabilità, ma così non è stato. Ci sono però delle modifiche per quanto riguarda la Pubblica Amministrazione. La riforma, infatti, introdurrà delle novità fra cui spicca l’età pensionabile per i dipendenti del pubblico impiego. Questi lavoratori possono accedere alla pensione di vecchiaia una volta arrivati a 66 anni e 3 mesi, ma c’è la possibilità di andare in pensione anticipata con 42 anni e 6 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 6 mesi per le donne.
Per questi che hanno raggiunto il requisito contributivo si provvederà al collocamento d’ufficio, ovvero una risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro che dovrà essere giustificata dalla PA con motivazioni di tipo organizzativo. Nel caso a 62 anni di età non vi saranno i presupposti per il prepensionamento, a 65 anni di età la PA metterà in quiescenza forzosa tutti i dipendenti che hanno raggiunto i requisiti previsti per andarvi. Il limite ordinamentale potrà essere superato soltanto nel caso in cui neppure a 65 anni di età saranno raggiunti i requisiti per la pensione anticipata.
Il decreto di legge, inoltre, abolirà il sistema del trattenimento in servizio oltre il limite anagrafico, ivi compresa la recava del trattenimento che ancora non si era andato a verificare. Rimarrà, infine, la possibilità di lavoro part-time a 5 anni dal raggiungimento dell’età pensionabile, con conseguente stipendio ridotto, così da poter permettere un ricambio generazionale.
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