Massimo Giuseppe Bossetti dal carcere continua a difendersi. Non ha ucciso Yara Gambirasio ed è pronto a morire in carcere per dimostrarlo. Il muratore 44enne dal 16 giugno è chiuso in cella con l’accusa di aver lasciato morire nel campo di Chignolo d’Isola la 13enne di Brembate Sopra.
Martedì Massimo Bossetti ha incontrato il pm in carcere per dimostrare la sua tesi. l’uomo avrebbe fatto due nomi di due colleghi, che nel 2010 lavoravano con lui nel cantiere di Palazzago e a suo dire potrebbero aiutarlo a discolparsi, forse a dimostrare qualcosa anche inerente il famoso DNA trovato sui leggings della giovane. Massimo Bossetti avrebbe anche confermato di soffrire di epistassi, sanguina spesso dal naso, cosa che a suo dire giustificherebbe la possibile presenza di sangue negli attrezzi da lavoro.
L’uomo nel 2012 aveva infatti denunciato il furo di alcuni attrezzi da lavoro, volendo forse dimostrare che chi gli rubò questi arnesi potrebbe essere il vero killer di Yara. La difesa si muove quindi su questa strada, anche se nelle ultime ore era uscita la notizia che un video avrebbe ripreso il furgone di Massimo Bossetti transitare a Brembate nei giorni della scomparsa di Yara.
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